Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
26 Jul

Non tenete i soldi in banca: c'è un decreto già pronto per chiudere i mercati?

Pubblicato da Marco Manferdini  - Tags:  #banche, #chiusura mercati, #Cipro, #default, #Ferruccio De Bortoli, #Italia, #Situazione Finanziaria

Non tenete i soldi in banca: c'è un decreto già pronto per chiudere i mercati?

Qualche giorno fa Ferruccio De Bortoli ha scritto un editoriale per il Corriere ricordando un prossimo anniversario, cioè quello del 5 agosto di due anni fa, quando il Governo italiano ricevette la famosa lettera della BCE che chiedeva di assumere degli impegni immediati per arginare la crisi.

A quel tempo fu un brusco risveglio per tutti noi: sapevamo, in fondo, di essere in pessime condizioni di salute finanziaria, ma non ci rendevamo conto, come sempre distratti da altro, di quanto fosse grave la situazione.

Alcune testate e alcuni blog hanno fatto però notare come l'articolo di De Bortoli contenga una rivelazione più che clamorosa, buttata lì quasi con indifferenza nelle prime righe. Tanto più clamorosa se detta, appunto, da De Bortoli sul Corriere e non da uno dei tanti siti complottisti.

In parole povere: secondo il direttore del Corriere, sul finire del 2011 era già tutto pronto per un blocco dei mercati finanziari, il che avrebbe significato né più né meno che due anni fa eravamo molto vicini dal vivere la stessa situazione verificatasi a Cipro all'inizio di quest'anno: blocco dei prelievi e...

L'Italia, grazie al suo governo, ha evitato la catastrofe alla fine del 2011. L'episodio è inedito ma, nelle ore più drammatiche di quel tardo autunno, un decreto di chiusura dei mercati finanziari era già stato scritto d'intesa con la Banca d'Italia. Quel decreto rimase in cassaforte - e speriamo che vi resti per sempre -, ma vi fu un momento nel quale temevamo di non poter più collocare sul mercato titoli del debito pubblico.

Un vero e proprio scoop che avrebbe meritato un titolo, ma che probabilmente per non generare il panico è stato presentato in una cornice più rassicurante (De Bortoli afferma che il peggio sarebbe passato e che il downgrade delle agenzie di rating sarebbe ora ingiustificato).

La notizia è anzi presentata un argomento a sostegno delle misure di rigore adottate dal Governo Monti in poi. Un modo come dire – se già non l'avessimo capito – che lacrime e sangue sono state (e saranno) necessarie per evitare il baratro.

Purtroppo però la notizia conferma solo che il baratro è sempre lì (il decreto “rimase in cassaforte”: metafora o espressione da prendere alla lettera?). Ma soprattutto, non accetto i presupposti di De Bortoli, perché non solo l'Italia non sta meglio di allora, ma non è stato preso nessun provvedimento realmente risolutivo nei confronti del mercato del lavoro, della tassazione assurda a cui siamo sottoposti e di una burocrazia che per complimento potremmo definire kafkiana. Tutti fattori che rendono impossibile, al momento, investire in Italia.

 

Cari amici, come vi ho detto più volte, mi piange il cuore perché amo l'Italia, ma per il vostro bene non posso far altro che ripetervi: non tenete i vostri soldi in banca e men che meno in una banca italiana!

Proprio per questo, proseguirò la mia serie di articoli dedicati agli investimenti e a come frammentare il rischio. Qualcosa ho già detto sull'immobiliare (ottimo per la rendita, ma in mercati esteri), sull'oro (che non rende ma conserva il valore), e anche su operazioni molto più rischiose come i derivati.

Nelle prossime settimane aggiungerò nuovi tasselli e nuovi approfondimenti. E naturalmente proseguiranno anche gli smascheramenti di tutte quelle sirene (vedi cessione del quinto) che hanno l'apparenza del vantaggio, ma che hanno l'obiettivo di renderci sempre più indebitati.

Del resto, la mancanza di educazione finanziaria è una delle principali cause della nostra crisi. Proprio per questo, il nostro vero caveau non sta in una banca, ma nella nostra testa e nella nostra conoscenza!

 

 

Commenta il post
[
[...] però, che tra i paesi oggi a maggior rischio rientra sicuramente – mi duole dirlo – l’Italia. Lì, se dovete proprio investire, assicuratevi che sia veramente un affare più che ottimo. E che [...]
Rispondi